Questa la lettera che Dagmawi Yimer ha scritto a tutti coloro che hanno lavorato con lui al film:
"Vi dico una cosa solo che sono talmente sodisfatto,fiero,fiero personalmente
e mi sento un grande sollievo per quanto riguarda il contribuito che ho fatto per quei miei amici che stanno in guai ancora. Sono anche libero (innocente storicamente). Non so se mi avete capito bene.
Mi disturbava dentro di me una voce che mi accusa colpevole (guilty) e adesso
con tutto il vostro lavoro ,la vostra volontà e dedicazione non c'è più quella voce
sono anche libero e innocente come un uomo sulla terra. Per me questa è la giustizia: dare voce a quelli che non hanno il potere.
un abbraccio forte a tutti
dormo... dormo... e
certo che mi sveglio di nuovo"
4 commenti:
Quel "sono libero (storicamente innocente)", è meraviglioso. Libero non "da", ma perché ho tentato qualcosa, innocente perché ho fatto.
Se non hai tentato non puoi dirti innocente.
Se non hai fatto, se non continui a fare, sei storicamente colpevole.
Sì, esiste solo un'innocenza storica, e consiste nel fare, nel tentare, e non nel "non aver commesso nulla".
cara milena sono dagmawi yimer(dag) grazie per aver lasciato il tuo commento.
io intendevo di sentirmi innocente perché tanti prima di noi non hanno testimoniato in pubblico quello che è accaduto su di loro in libia,e io insieme agli amici del film abbiamo detto tutto quello che potevamo per rimanere innocenti storicamente non so se mi spiego? se la parola innocente ha un altra termine in italiano puo darsi che mi sono sbagliato. buone cose dag
Caro Dag,
mi chiamo Maria Pia ed ho vissuto diversi anni ad Addis Abeba. So di cosa parli e ti sono grata per il lavoro che hai fatto. L'Etiopia è un paese bellissimo abitato da un popolo stupendo che non ha nulla da invidiare a nessuna altra cultura. La tua voce è la voce del tuo popolo verso il tuo popolo. E' giusto che noi sappiamo ma ... anche Malet o Addis o Kifle o Iskiel ... conoscano la realtà da una voce amica.
Ho visto il documentario ieri sera. Quelle parole, quelle immagini, quei pensieri sono qui, nella mia mente, ora incancellabili. Il vostro documentario riesce a regalare tante cose, fra tutte la consapevolezza che un modo che tutti abbiamo per combattere le ingiustizie forse c'è: parlare, confrontarsi, raccontare, fare sì che le notizie possano diffondersi. Grazie di cuore.
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