L'ULTIMO APPELLO AI SENATORI DEMOCRATICI
Domani ci sarà il voto effettivo. Purtroppo è molto probabile che da domani l’Italia sarà ufficialmente complice di gravissime violazioni di diritti da parte di uno dei governi più antidemocratici e dittatoriali esistenti sulla faccia della terra. Da domani i soldi dei cittadini italiani andranno a finanziare una delle polizia più ignoranti e tiranniche esistenti sulla faccia della terra. Da domani il nostro Paese sarà ufficialmente alleato di un Governo i cui “ufficiali” gestiscono con le organizzazione criminali traffici e mercati di esseri umani. Da domani saremo ufficialmente amici di torturatori di esseri umani.
E questo grazie non solo ai parlamentari di una coalizione di destra che ha costruito gran parte del suo successo sull’alimentazione di paure xenofobe, ma anche a quasi tutti i parlamentari di un Partito che si propone ipocritamente come erede di una tradizione di difesa dei diritti umani e sociali e di promozione di una società aperta e multiculturale.
So benissimo che i “professionisti democratici” della politica archivieranno questo mia spontanea indignazione come “ingenuità”. E allora io a questi signori professionisti, dico chiaramente che mi rifiuto categoricamente di chiamare “ingenuità” la necessità profondamente umana di non poter schiacciare la vita di altri esseri umani. Se loro vogliono chiamarla così, se ne prendano responsabilità davanti alla storia e alla totale crisi etica del soggetto politico che hanno fondato (e che per altro io ho anche in parte votato). Un soggetto che pone l’interesse demagogico di consenso elettorale e l’interesse economico e geopolitico parziale prima del rispetto dei diritti e della dignità umana.
La tradizione di cui si credono eredi i “professionisti democratici” mette al centro della propria attenzione e della propria azione politica la vita dei meno potenti, dei più deboli, di chi ha solo il proprio corpo, le proprie mani, le proprie gambe per provare a costruire un futuro per sé e per i propri figli. Mette al centro la lotta di uomini e donne per la libertà civile e politica da regimi di oppressione e violenza. Mette al centro la giustizia e l’eguaglianza di tutti gli uomini al di là della loro razza, religione e condizione sociale. Ritenersi parte di questa tradizione non può andare d’accordo con l’avvallo di questo Trattato.
Nella speranza che la notte porti consiglio, sono sicuro che le migliaia di persone che in queste ore ci stanno seguendo su questo sito, innalzeranno forte la loro protesta e indignazione.
Andrea Segre
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